Infarto miocardico
Aggiornamento in Medicina
Il condizionamento ischemico remoto in aggiunta all'intervento coronarico percutaneo nei pazienti con infarto del miocardio con sopraslivellamento del segmento ST ( STEMI ) aumenta il salvataggio miocardico.
È stato studiato l'effetto del condizionamento ischemico remoto sull’esito clinico a lungo termine.
Nel periodo 2007-2008, 333 pazienti con un sospetto primo infarto del miocardio con sopraslivellamento ST acuto sono stati randomizzati a subire un intervento coronarico percutaneo ( PCI ) con ( n=166 ) o senza ( n=167 ) condizionamento ischemico remoto ( braccio ischemia intermittente attraverso 4 cicli di 5 minuti di inflazione seguiti da 5 minuti di sgonfiamento di un bracciale per la pressione sanguigna ).
Il follow-up dei pazienti si è esteso dalla data di randomizzazione fino a un esito, emigrazione o fino a gennaio 2012 ( follow-up medio=3.8 anni ).
L'endpoint primario era rappresentato da eventi avversi cardiaci e cerebrovascolari maggiori ( MACCE ), un composito di mortalità per tutte le cause, infarto miocardico, nuovo ricovero per insufficienza cardiaca e ictus ischemico / attacco ischemico transitorio [ TIA ].
I singoli componenti dell'endpoint primario hanno rappresentato gli endpoint secondari.
Nell'analisi per protocollo di 251 pazienti che corrispondevano ai criteri dello studio, gli eventi avversi cardiaci e cerebrovascolari maggiori si sono verificati in 17 pazienti ( 13.5% ) nel gruppo di intervento rispetto a 32 pazienti ( 25.6% ) nel gruppo di controllo, ottenendo un hazard ratio ( HR ) di 0.49 ( P=0.018 ).
L’hazard ratio per la mortalità per tutte le cause è stato pari a 0.32 ( P=0.027 ).
In conclusione, il condizionamento ischemico remoto prima dell'intervento coronarico percutaneo primario è apparso migliorare gli esiti clinici a lungo termine nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento ST. ( Xagena2014 )
Sloth AD et al, Eur Heart J 2014; 35: 168-175
Cardio2014