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Effetto dei beta-bloccanti sulla sopravvivenza dopo un infarto miocardico


L’impatto benefico del beta-blocco dopo un infarto miocardico è noto.
Lo studio ha voluto verificare l’eventuale differenza di effetto tra i vari beta-bloccanti.
Sono stati pertanto confrontati gli effetti di 3 beta-bloccanti, l’Atenololo, il Metoprololo, ed il Propranololo sulla mortalità dopo infarto miocardico.
Sono stati selezionati 69.338 pazienti a cui erano stati prescritti i beta-bloccanti tra i partecipanti al Cooperative Cardiovascular Project.
L’incidenza di mortalità a 2 anni per i due beta-bloccanti, Metoprololo ed Atenololo è risultata identica: 13,5% vs 13,4%, e leggermente più alta per il Propranololo (15,9%).
Con i beta-bloccanti si è osservato un miglioramento del 40% nella sopravvivenza.
Le differenze tra i beta-bloccanti non hanno inciso sui risultati totali di questi farmaci.
Dopo infarto miocardico l’assunzione dei beta-bloccanti deve continuare per almeno 6 anni. Nei casi di controindicazione (asma, vasculopatie periferiche) nell’uso dei beta-bloccanti potrebbe essere preso in considerazione il Verapamil.

Gottlieb SS & McCarter RJ, Am J Cardiol 2001; 87: 823-826

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