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Benefici della trombectomia manuale sulla sopravvivenza nei pazienti con infarto STEMI


La trombectomia nei pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento ST ( STEMI ), sottoposti a intervento coronarico percutaneo, è associata a una migliore riperfusione miocardica. Tuttavia nessun singolo studio era adeguatamente pesato per valutare l’impatto della trombectomia sugli esiti clinici nel lungo periodo, e per identificare i pazienti che potrebbero trarre i migliori benefici.

I Ricercatori dello studio ATTEMPT hanno compiuto un’analisi dei dati su 2.686 pazienti, arruolati in 11 studi clinici.

L’endpoint primario dello studio era la mortalità per qualsiasi causa.

Gli eventi avversi cardiaci maggiori ( MACE ) erano considerati come il presentarsi di mortalità generale e/o rivascolarizzazione del vaso o della lesione target, e/o infarto miocardico.

L’analisi dei sottogruppi è stata pianificata in base al tipo di dispositivo per la trombectomia ( manuale o non-manuale ), stato diabetico, terapia con inibitori IIb/IIIa, tempo ischemico, arteria correlata con l’infarto, flusso TIMI pre-procedura PCI.

I dati sul periodo osservazionale clinico ( valore mediano: 365 giorni ) erano disponibili per il 99.6% ( n=2.674 ) dei pazienti.

L’analisi di Kaplan-Meier ha mostrato nel corso del follow-up che l’allocazione alla trombectomia era associata a una più bassa incidenza di mortalità ( p=0.049 ).

La trombectomia era anche associata a MACE ( p=0.011 ) e a tassi di mortalità più infarto miocardico ( p=0.015 ) significativamente ridotti.

L’analisi dei sottogruppi ha mostrato che la trombectomia era correlata a un miglioramento della sopravvivenza nei pazienti trattati con inibitori della glicoproteina IIb/IIIa ( p=0.045 ) e che il beneficio sulla sopravvivenza riguardava i pazienti negli studi con trombectomia manuale ( p=0.011 ).

Dall’ampia analisi dei dati aggregati di studi clinici randomizzati è emerso che la trombectomia ( in particolare la trombectomia manuale ) migliora in modo significativo l’outcome clinico nei pazienti con infarto STEMI sottoposti a riperfusione meccanica, e che il suo effetto può essere addizionale a quello degli inibitori IIb/IIIa. ( Xagena2009 )

Burzotta F et al, Eur Heart J 2009; 30: 18: 2193-2203


Cardio2009



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